Voto: 5/5
Titolo: Paolo Borsellino- i 57 Giorni
Genere: Genere: Drammatico
Regia: Alberto Negrin
Paese: Italia 2004
Durata: 243 Min
Genere: Genere: Drammatico
Regia: Alberto Negrin
Paese: Italia 2004
Durata: 243 Min
Interpreti
principali
Paolo Borsellino: Luca Zingaretti
Agnese Borsellino: Lorenza
Indovina
Antonio Ingroia : Enrico Ianniello
Manfredi Borsellino: Davide Giordano
Madre Borsellino: Rori Quattrocchi
Giammanco: Andrea Tidona
23 maggio
1992. Paolo Borsellino (Luca Zingaretti) è dal barbiere. È un giorno speciale.
Aspetta il suo amico Giovanni Falcone, che torna a Palermo da Roma per qualche
giorno. Si vedranno a pranzo, Borsellino ha seminato la scorta per andare al
mercato del pesce e comprare qualcosa di speciale, ha cucinato lui stesso.
Bisogna festeggiare la candidatura di Giovanni alla Superprocura, la nomina è
data per certa.
Ma arriva
una telefonata sul cellulare del giudice. Una notizia terribile: un attentato
sull'autostrada Punta Raisi-Palermo. Vi è coinvolto Falcone. Borsellino corre
all'ospedale. L'amico gli muore tra le braccia. Dal giorno dopo Borsellino
combatte contro il tempo. Ha bisogno di capire, di comprendere che cosa c'è
dietro alla morte dell'amico, che è più che un fratello per lui. Nel profondo
di sé, Borsellino intuisce che lui e Falcone sono legati da un destino comune.
Entrambi si sono battuti contro la mafia e hanno vinto una battaglia decisiva,
istruendo il maxiprocesso. Entrambi sono divenuti il simbolo dell'Italia onesta
che finalmente ha alzato la testa contro lo strapotere di Cosa Nostra. Ma ora
Borsellino è rimasto solo.
La sua è una
attività frenetica e sottile, per arrivare alle verità, prima che il destino
che ha travolto Falcone afferri anche lui. Tante cose sono cambiate in Italia,
tutto sta muovendo verso un futuro mai così incerto. Al nord è scoppiata
tangentopoli che minaccia di travolgere un'intera classe politica. Al sud la
Cassazione ha confermato gli ergastoli del maxiprocesso per la Cupola mafiosa.
Cosa Nostra è come una belva ferita. Borsellino intuisce che è alla ricerca
rabbiosa di nuove strategie: l'assassinio di Falcone è l'inizio di una
offensiva terroristica, una dichiarazione di guerra allo Stato. Ma in nome di
che cosa? E il giudice sa che il suo nome è ora la nemesi, nei fatti e nella
coscienza del paese, degli interessi della Mafia. Un nemico da abbattere,
perché tutto torni come prima.
Questa è la
storia dei cinquantasette giorni che separano la morte di Falcone da quella di
Borsellino. Giorni in cui il giudice intuisce il suo destino e fa i conti con
la propria vita, con gli affetti. Traccia il bilancio di un'esistenza, del suo
impegno, come magistrato e come uomo, delle vittorie e delle sconfitte. Giorni
di tenerezza e d'amore con la moglie, con i figli, con i colleghi, gli amici.
Giorni di lotta con i nemici palesi e occulti che, lui lo sa, hanno già
tracciato il suo destino. Ma anche giorni di speranza. Di intuizioni sui nuovi
scenari che si profilano, in quell'anno in cui tutto cambia. Giorni di lotta,
di scoperte, di nuove idee, che sopravvivranno a Borsellino e che chi verrà
dopo, raccoglierà. Affinché le stragi di Capaci e di via D'Amelio, che,
nell'idea di chi le ha organizzate, dovevano essere il trionfo della strategia
stragista di Cosa Nostra, segnino l'inizio della sua fine.
Da segnalare, la superba recitazione di Zingaretti, che riesce a trasmettere emozioni forti e contrastanti.
Nessun commento:
Posta un commento